Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LISCA
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LISCA.
Definiz: Sost. femm. Quella materia legnosa che cade dal lino e dalla canapa, quando si maciulla, si pettina e si spatola.
Dal ted. lisca e lesc, che valeva Giunco. –
Esempio: Poliz. Rim. C. 316: Sempre al labbro ha qualche lisca Del filar ch'ella morseggia.
Esempio: Domen. Plin. 617: Filar il lino non si disdice anco a gli uomini. Le lische sono utili al forno.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 418: Lisca, ha due significati.... Il secondo significa que' minuzzoli di leggier legno, che cadono dal lino o dalla canapa, quando si batte, si pettina e scotola.
Definiz: § I. Chiamasi pure così Ciascuno di quei piccoli ed acuti ossicini che hanno i pesci, ed altresì Tutta la spina del pesce. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 209: Risposon le lamprede al tristo caso: Noi lasciammo le lische nel capecchio.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 13: O pesci senza lische, o pesci santi!
Esempio: Firenz. Pros. 1, 30: Veggendo un pezzo discosto il gambero le spogliate lische degli sventurati compagni, s'accorse dell'inganno.
Esempio: Red. Esp. Insett. 18: Finiron di divorare tutta quanta la carne de' pesci, avendo lasciate le lische e l'ossa così bianche e pulite, che ec.
Esempio: E Red. Esp. Insett. 21: I pesci di fiume, eccettuate le lische, s'erano tutti convertiti in un'acqua grossa e torbida.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 418: Lisca. Ha due significati. Il primo è di quelle piccole spine che si trovano in certi pesci, come tante ossicine acute e flessibili. Il secondo ec.
Esempio: Fag. Comm. 3, 220: I giorni magheri poi vuol che si desini con un uovo; e quando compra l'acciughe, vuol che si mangi la mattina la polpa e serba per la sera le lische.
Definiz: § II. Lisca, figuratam., vale Un minimo che, Quasi niente; ed altresì Cosa da nulla, Inezia. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 320: Far più che si convenga non s'ardisca: Miri ben la sua trave, e non la lisca Dell'altrui vita.
Esempio: Soldan. Sat. 31: L'arredo delle tempie.... Gli ha così fattamente pervertito La mente, che non ha più pelo o lisca D'umano, anzi del tutto è imbestialito.
Esempio: Fag. Rim. 3, 2: Il comandare non lo stimo lisca.
Esempio: E Fag. Rim. 48: E se forse non c'è chi sappia lisca Di tal ricetta, o nè se ne ricorda, Questo mal forse fia che si patisca.
Definiz: § III. Aver la lisca, dicesi di Chi è un po' bleso, e pronunzia male la lettera s con altra consonante che le segua.
Definiz: § IV. Avere il pesce senza le lische; modo proverbiale, che significa Avere il buono di checchessia senza il cattivo. –
Esempio: Salv. Granch. 2, 5: Qui s'ha il pesce senza le lische.
Definiz: § V. Digerire le lische chi ha mangiato il pesce, ed altresì Cacare, le lische chi ha mangiato il pesce; modo proverbiale, che significa Pagar le pene degli errori commessi. –
Esempio: Grazz. Comm. 344: So che s'elle aranno mangiato i pesci, che le cacheranno le lische.
Esempio: Monet. Poes. 80: Ma affè del mondo, se ho pur mangiato Il pesce, ho poi le lische anco cacato.
Esempio: Fag. Comm. 4, 62: Tutore eh! la va in forma; ma perdinci alle mie mani, se gli ha mangiato i pesci, egli ha a digerir le lische del certo.
Definiz: § VI. Non esserci nè lisca nè osso, dicesi proverbialm. a significare, che la cosa di cui si tratta, è chiara, certa, e senza che alcuno abbia a dubitarne o a ridirci, come: Per fare quel lavoro ci vogliono mille lire tonde tonde; non c'è nè lisca nè osso.
Definiz: § VII. Non ci è pesce senza lisca, o senza lische, ed anche Ogni pesce ha la sua lisca; proverbio che vale: Ogni bene porta seco qualche male o molestia.